Il codice civile su convivenza in condominio

Vi sono casi nella convivenza condominiale in cui il rapporto di buon vicinato può venir meno. Spesso la mancanza di rispetto o la basilare osservanza delle più comuni regole civili possono creare digagi, disguidi o veri e propri danni, talvolta gravi. Esistono anche casi in cui il disturbo delle quiete condominiale può essere dolosa a causa di incomprensioni, antipatie o ripicche.
Forse non tutti sanno che il Codice Civile norma eventuali comportamenti dannosi che essi siano di natura colposa o dolosa. Analizzaimo alcuni casi che comunemente possono essere riscontrati nella quotidianità.

ANNAFFIAMENTO DELLE PIANTE
L’annaffiamento delle piante su balconi o terrazzi senza che si prenda in considerazione il rispetto dei coinquilini che vivono ai piani sottostanti per esempio è normato dall’articolo 844 del Codice Civile, in base al quale se il disturbo è intollerabile poichè reiterato può essere impedito dal giudice nei casi più ostici o semplicemente sottoposto all’attenzione dell’amministratore di condiminio affinchè prenda in carico il reclamo e ne curi il rispetto (articolo 1130 del Codice Civile).

PROBLEMATICHE CON CANI
La presenza di cani all’interno di un condominio, qualora non educati adeguatamente dai padroni a determinati comportamenti, come l’abbaiare, può mettere seriamente a repentaglio la serenità condominiale. Ai sensi dell’articolo 844 del Codice Civile le immissioni di rumore sono consentite qualora non superino la normale tollerabilità. Bisogna precisare, in tal caso, che nella casistica giurisprudenziale difficilmente l’abbaiare di un cane può costituire un grave pregiudizio da poter far valere in sede giudiziaria.

RUMORI E SCHIAMAZZI
In presenza di terrazzi adibiti a eventi di varia natura che possono arrecare disturbo tanto nelle ore diurne tanto nelle ore notturne ai condomini, date le immissioni di rumore anche se eccedenti rispetto alla soglia di tollerabilità il condominio non è comunque legittimato ad agire in giudizio. La legittimazione compete ai singoli condomini, pertanto l’unica strada è il compromesso o quanto meno è necessario far ricorso al buonsenso.